Dall’albero al prodotto finale
Ogni anno nello stabilimento di Villabassa vengono lavorati circa 30.000 metri cubi di legno segato, equivalenti a circa 600 camion a pieno carico che si mettono in viaggio da qui verso il resto d’Italia e l’Europa. In diverse puntate proviamo a dare un’occhiata dietro le quinte della lavorazione del legno per osservare tutte le fasi che portano al prodotto finito. Iniziamo con il reparto piallatura.
Non si pialla senza trucioli
Dal piazzale, dove è depositato il legname segato, si accede al reparto di piallatura. Mentre lo raggiungiamo ci imbattiamo in alcuni carrelli elevatori che vanno e vengono senza sosta per tutto il sito di produzione. Riusciamo a sentirli muoversi anche se nel reparto il rumore è davvero forte. Nel capannone le macchine sono distri buite in modo da convogliare il legname alle varie stazioni di lavorazione nel modo più efficiente e rapido possibile. Solitamente prima di piallare il legno, cioè di levigarlo, si utilizza la sega per tagliarlo. In azienda persino i più piccoli scarti di legno vengono riciclati invece di essere smaltiti tra i rifiuti. Andreas Lanz tende la mano verso un pezzo di legno appena uscito dalla pressa per i bricchetti. Ne prendo uno anch’io: è un cilindro di trucioli di segatura del peso di un chilogrammo, ancora caldo per la pressatura. Una collaboratrice sta impacchettando i bricchetti appena pressati destinati a un rivenditore, i cartoni sono già pronti. Ma non tutti i bricchetti lasciano l’azienda: gli scarti della produzione servono anche per riscaldare capannoni e uffici. “La sostenibilità e un utilizzo consapevole della materia prima sono valori di grande importanza per Pircher Oberland”, mi dice Christian Pircher.
In trappola nella colla
Nel reparto piallatura accanto alla pressa si trova l’officina per l’incollaggio. Qui si produce il legno lamellare, realizzato incollando più strati di tavole con le fibre orientate nella stessa direzione. Il direttore di produzione prende una tavola. Osservo una specie di disegno a zig-zag, la cosiddetta giunzione a pettine, e la tocco con le dita. La tavola non è ancora stata piallata, infatti al tatto si sentono i residui della colla.
In fase di produzione le tavole passano inizialmente in uno scanner che individua eventuali difetti. Questi vengono eliminati dalla sega troncatrice prima di fresare nel legno il giunto a pettine. In queste zone di taglio il pettine applica il collante, poi le lamelle vengono premute l’una contro l’altra e quindi pressate per quattro ore. Dopo altre tre ore il legno lamellare ha raggiunto la piena stabilità e può continuare il percorso di lavorazione. La produzione delle tavole in legno lamellare dà il vantaggio di poter recuperare in modo intelligente una materia prima di seconda scelta come gli scarti del legno invece di trasformarli semplicemente in combustibile, mi racconta Andreas Lanz.
Cinque milioni di etichette
Circa il 70 per cento dei prodotti di Pircher Oberland che escono dal reparto piallatura riforniscono i negozi di fai da te. Dato che questi ultimi non tengono prodotti a magazzino ma inviano i loro ordini ogni settimana in base alle necessità, la piallatura ha un carico di lavoro intenso e costante per tutto l’anno. Da marzo a luglio si aggiungono anche i prodotti per il giardino. Ogni tavola è etichettata singolarmente a mano e subito dopo viene imballata nella rispettiva confezione. In totale ogni anno a Villabassa si applicano cinque milioni di etichette.
Dal piazzale, dove è depositato il legname segato, si accede al reparto di piallatura. Mentre lo raggiungiamo ci imbattiamo in alcuni carrelli elevatori che vanno e vengono senza sosta per tutto il sito di produzione. Riusciamo a sentirli muoversi anche se nel reparto il rumore è davvero forte. Nel capannone le macchine sono distri buite in modo da convogliare il legname alle varie stazioni di lavorazione nel modo più efficiente e rapido possibile. Solitamente prima di piallare il legno, cioè di levigarlo, si utilizza la sega per tagliarlo. In azienda persino i più piccoli scarti di legno vengono riciclati invece di essere smaltiti tra i rifiuti. Andreas Lanz tende la mano verso un pezzo di legno appena uscito dalla pressa per i bricchetti. Ne prendo uno anch’io: è un cilindro di trucioli di segatura del peso di un chilogrammo, ancora caldo per la pressatura. Una collaboratrice sta impacchettando i bricchetti appena pressati destinati a un rivenditore, i cartoni sono già pronti. Ma non tutti i bricchetti lasciano l’azienda: gli scarti della produzione servono anche per riscaldare capannoni e uffici. “La sostenibilità e un utilizzo consapevole della materia prima sono valori di grande importanza per Pircher Oberland”, mi dice Christian Pircher.
In trappola nella colla
Nel reparto piallatura accanto alla pressa si trova l’officina per l’incollaggio. Qui si produce il legno lamellare, realizzato incollando più strati di tavole con le fibre orientate nella stessa direzione. Il direttore di produzione prende una tavola. Osservo una specie di disegno a zig-zag, la cosiddetta giunzione a pettine, e la tocco con le dita. La tavola non è ancora stata piallata, infatti al tatto si sentono i residui della colla.
In fase di produzione le tavole passano inizialmente in uno scanner che individua eventuali difetti. Questi vengono eliminati dalla sega troncatrice prima di fresare nel legno il giunto a pettine. In queste zone di taglio il pettine applica il collante, poi le lamelle vengono premute l’una contro l’altra e quindi pressate per quattro ore. Dopo altre tre ore il legno lamellare ha raggiunto la piena stabilità e può continuare il percorso di lavorazione. La produzione delle tavole in legno lamellare dà il vantaggio di poter recuperare in modo intelligente una materia prima di seconda scelta come gli scarti del legno invece di trasformarli semplicemente in combustibile, mi racconta Andreas Lanz.
Cinque milioni di etichette
Circa il 70 per cento dei prodotti di Pircher Oberland che escono dal reparto piallatura riforniscono i negozi di fai da te. Dato che questi ultimi non tengono prodotti a magazzino ma inviano i loro ordini ogni settimana in base alle necessità, la piallatura ha un carico di lavoro intenso e costante per tutto l’anno. Da marzo a luglio si aggiungono anche i prodotti per il giardino. Ogni tavola è etichettata singolarmente a mano e subito dopo viene imballata nella rispettiva confezione. In totale ogni anno a Villabassa si applicano cinque milioni di etichette.